Scoop. Finalmente la redazione di
De Scriviamo, può vantare la prima esclusiva della propria storia. Dopo la
segnalazione avvenuta per merito di un nostro sostenitore e vista la qualità
delle immagini inviate abbiamo deciso di
recarci direttamente a Copacabana Beach
nello stato di Rio de Janeiro in Brasile, per incontrare, la cugina di Pelè:
Maria Asunta Cerignana De Santos Pia (che per brevità citeremo semplicemente
con Pia).
Il motivo del nostro viaggio?
Semplice, Pia dimostra di avere nel sangue le caratteristiche doti del famoso O
Rei (il Re), indiscussa icona del calcio mondiale.
Si parte per conoscere la storia
che riguarda Pia, confidando anche sull'aiuto del nostro sponsor che decide di
finanziare l’operazione essendo il titolare Piadina Ciliegia un fan del
calciatore.
Viaggio burrascoso considerando
che Ryanair non ci ha consente di trasportare i 3 kg di tortellini alla bolognese
che faticosamente avevamo stivato nel nostro bagagliaio a mano. Assecondiamo le
nuove regole e decidiamo di lasciare lo zaino contenente il regalo destinato
alla nostra attempata fuoriclasse al primo Vù Cumprà che mi chiede del denaro
per acquistare una ricarica telefonica.
Arriviamo, è notte fonda. Il
tempo di ballare un po’ di samba con una ragazza di
facili costumi di nome Marisa e in men che non si dica, mi amalgamo
con gli indigeni iniziando a raccogliere informazioni sulla nostra eroina del
calcio.
La Favela, che ospita Pia, si
dimostra subito essere cordiale con me, tutti si mettono a disposizione per trasportare
i miei bagagli e tra questi il piccolo Dunga,
vorrei fotografare questi nuovi amici, ma mi accorgo di avere dimenticato la
macchina fotografica in aereo, pazienza, ho il telefono e inizio a riempire la
mia schedina SD di colori locali.
Pedro, mi aiuta con le riprese video raccontandomi che ha seguito
un corso basato sulle riprese a campo lunghissimo per questo mi chiede di
allontanarsi per meglio inquadrare la scena: io acconsento.
Sembra di assistere a una gara di
solidarietà, tutti mi vogliono aiutare e io sono contento. Anche Pablo si offre per regolare il mio
orologio con l’ora legale, conosce un tecnico locale, dammi il telefono che lo
chiamo – mi suggerisce -, anche in questo caso acconsento, fornendo il mio
Rolex (regalatomi dalla redazione durante il mio compleanno) e il telefonino
Samsung S8 di ultimissima generazione.
Penso, non lo conosco e si offre volontario
per risolvere un mio problema, sono in paradiso, che brave persone.
Pia si
avvicina a me stringendomi forte al petto. Gli odori che emana sono intensi, saranno
di certo dovuti al grande allenamento quotidiano e per questo sopporto l’abbraccio
prolungatosi nel frattempo per un paio di minuti.
Mio cugino Pelè molte volte è
venuto a trovarmi perché voleva conoscere le mie tecniche per il controllo
della palla. Io non lesinavo – prosegue Pia – ore e ore di attenzione.
Poveretto a volte non riusciva, ma era caparbio e costante nell'impegno per
questo decisi di aiutarlo. Ci volle tempo.
Ricordo ancora la frase che
cambiò radicalmente il modo di giocare dell’allora giovane cugino.
Dissi: “Ricordati che il tempo
nasconde il pallone”. La reazione fu immediata, tanta era la commozione. Mi
strinse forte a sé piangendo e mi disse, non ti dimenticherò mai. Che momento,
mi viene ancora la pelle d’oca al pensiero, conclude Pia, anche se francamente
non era chiaro neppure a me a cosa mi riferissi in quell'istante.
L’allenamento era costante ed
efficace, il cugino cresceva e si rafforzava. Ricordo la tecnica della cera la
mia preferita (la usarono anche per un film) consisteva nell'appoggiare a terra
un panno cosparso di cera e con il movimento dei piedi strofinare continuando a
roteare gli arti che alternativamente pulivano prima a destra poi a sinistra. Bei momenti per il pavimento di casa mia. Le frasi
erano sempre quelle, metti la cera e togli la cera.
Si è fatto tardi, ho paura di
perdere la coincidenza con l’aereo dissi all'amica Pia, nel frattempo Marisa, Pablo,
Dunga e Pedro erano scomparsi. Sicuramente saranno alla ricerca (pensai) di un
regalo da consegnarmi, vista la mia imminente partenza per Italia che suggelli
la nostra amicizia, ormai solida e indistruttibile, devo andare. Macchina
fotografica, Videocamera e orologio mi saranno sicuramente recapitati
direttamente in redazione.
È stata una bella esperienza, Pia
mi racconta che nel web sono presenti molti filmati e molte fotografie che la
ritraggono, l’articolo è salvo tra me e me.
Mi accorgo che non ho più il
cappello e gli occhiali Ray-Ban ma non servono, ormai è notte.
Saluto tutti e
prometto di ritornare, particolare accolto con un applauso, vorrei consegnare a
tutti qualche euro ma mi accorgo di aver dimenticato il portafogli nell'aereo che mi ha consentito di vivere questo grande momento, ringrazio il signore.
Ho incontrato Pia, la funambolica
giocatrice di calcio che ha conosciuto e allenato Pelè, che scoop.
Alla Prossima.